La rivista Haematologica che venne fondata da Adolfo Ferrata e Carlo Moreschi nel 1920 a Napoli, costituisce nei primi trenta e più anni della sua vita “la gloriosa bandiera della Scuola Ematologica italiana ” .
Negli anni successivi la rivista si specializza nella pubblicazione di lavori di morfologia normale e patologica del sangue e degli organi emopoietici e di contributi di casistica clinica; alla direzione della rivista, dopo la morte di Ferrata, si succedono Giovanni Di Guglielmo e Paolo Introzzi, rispettivamente dal 1946 al 1960 e dal 1961 al 1973.
Nel dopoguerra, particolarmente a partire dalla seconda metà degli anni cinquanta ed ancor più nel decennio successivo, la rivista va incontro a progressiva decadenza, al pari di molte riviste italiane di medicina; in rapporto agli eventi bellici, lo stesso destino hanno anche riviste di ematologia europee, soprattutto tedesche e francesi, che praticamente scompaiono dal circuito internazionale per il predominio incontrastato dalla letteratura anglosassone, in particolare americana.
Nel 1973, al momento dell’assunzione della Presidenza della Società italiana di Ematologia, Edoardo Storti si pone il problema di rilanciare “Haematologica” in campo nazionale ed internazionale; la rivista aveva allora poco più di un centinaio di abbonamenti, suddivisi fra biblioteche ed ematologi italiani, in qualche modo legati alla medicina pavese. Storti, coadiuvato da Sergio Perugini come Assistant editor e da Edoardo Ascari, inizia la complessa operazione del rilancio della rivista; si contattano esperti italiani e stranieri in campo ematologico costituendo così la rete dei “referee” e si pubblicano in inglese alcuni lavori, i riassunti di tutti gli altri, insieme all’indice generale della rivista.
Consolidati questi elementi essenziali, dal 1976 ha inizio la valutazione internazionale della rivista tramite l’assegnazione annuale di un indice, il cosidetto impact factor (I.F.) , inizialmente molto basso. La morte improvvisa di Perugini costituisce una grave perdita anche per la redazione della rivista. Accanto a Storti ed Ascari lo staff editoriale è costituito dai giovani ricercatori che Perugini é venuto formando; fra questi il contributo più importante è quello di Mario Cazzola, che diverrà la colonna portante della rinascita di Haematologica.
Nell’intento di diffondere la rivista, con il placet degli eredi Ferrata proprietari della testata, vengono rinsaldati i rapporti con la Società italiana di Ematologia (SIE) di cui la rivista diviene l’organo ufficiale; questo vincolo che dà grandi vantaggi reciproci, è un momento essenziale per la sopravvivenza e lo sviluppo di Haematologica. L’espandersi della rivista in questi primi dieci anni della nuova redazione crea qualche problema anche di ordine finanziario ed organizzativo. Storti, in accordo con gli eredi Ferrata, costituisce nel 1983 la Fondazione Ferrata-Storti che ha fra i suoi scopi statutari il potenziamento della rivista, di cui diviene proprietaria.
Dal 1985 la rivista è completamente redatta in lingua inglese e raggiunge un numero di pagine annuali superiore a 500, mentre il suo I.F. lentamente tende a crescere come segno della sua affermazione internazionale. Nel 1989 Edoardo Storti lascia la carica di Direttore della rivista, rimanendo Presidente della Fondazione; Direttore della rivista diviene edoardo Ascari ed Assistant editor e più tardi Co-editor Mario Cazzola. Nel 1997, per il fattivo interessamento di Mario Cazzola, l’Associazione spagnola di ematologia (AEHH), seguita più tardi dalla Società spagnola di Emostasi e Trombosi (SETH), chiede che Haematologica divenga il suo organo ufficiale; l’edizione spagnola della rivista è del tutto identica a quella italiana, salvo la pubblicità che redatta al di fuori delle pagine della rivista vera e propria, è in lingua spagnola.
Nel 1998 da bimestrale la rivista diviene mensile, grazie anche all’apporto di lavori provenienti dal mondo di lingua spagnola e supera le 1000 pagine. L’anno dopo con l’aumento del numero dei supplementi e con la scadenza mensile diviene necessario riunire a Pavia tutte le attività editoriali; la Fondazione decide l’ampliamento degli uffici redazionali ed il trasferimento della stampa ad una casa editrice pavese. Sempre al fine di una più diffusa e rapida conoscenza dei contributi scientifici pubblicati dalla rivista è stato attivato un sito Internet che riporta le ultime annate della rivista fino all’ultimo numero dell’anno in corso. Dopo essere stato dal 1989 Assistant Editor e Co-Editor ed aver contribuito in modo determinante e decisivo alla rinascita della rivista, nel 2002 Mario Cazzola diviene Direttore (Editor in chief ) di Haematologica.
Nel 2005, a seguito della richiesta dell’Associazione Europea di Ematologia (EHA) ed in forza dell’I.F. in continua crescita, la rivista diviene anche l’organo ufficiale di questa importante società che riunisce gran parte degli ematologi europei. In questa nuova veste la redazione della rivista viene ampliata: la proprietà rimane integralmente della Fondazione, che provvede alla nomina di un Co-Editor, designato dalla Associazione europea per affiancare Mario Cazzola nella direzione della rivista.
Attualmente Haematologica è la rivista ematologica di gran lunga più antica del mondo ed in forza della sua valutazione internazionale in termini di impact factor (per il 2007 pari a 5,532) è la seconda rivista di ematologia generale del mondo; questo successo premia gli sforzi di tanti allievi della scuola di Storti, e segnatamente, insieme al Maestro, di Sergio Perugini, Edoardo Ascari e Mario Cazzola al quale spetta oggi l’oneroso compito di mantenere Haematologica a questi livelli di alto riconoscimento scientifico internazionale.